New York, 1917

giovedì 19 maggio 2011

C'è anche chi festeggia la morte di Vittorio Arrigoni

La comunità ebraica di Londra, attraverso il suo giornale Jewish Chronicle, ha festeggiato la morte di Arrigoni; verebbe da mettere un punto alla fine di questa frase e lasciare che lo sconcerto lasci ai commenti il tempo che trovano. Proverò comunque a proseguire.
 Geoffrey Alderman ha scritto un editoriale nel quale sostiene che il giovane pacifista era un “consumato antisemita e un supporter di Hamas che odiava Israele e il popolo ebraico”, e che, quindi, è giusto essere felici per la sua morte. Alderman è uno storico, è convinto che chi impegna la propria vita per difendere i popoli sottomessi dalle logiche del potere merita di essere ucciso. Ha accusato Arrigoni di campagna antisemita, di appoggiare i terroristi di Hamas facendosi scudo con l'organizzazione umanitaria per cui lavorava, l’International Solidarity Movement (ISM); anch'essa colpevole di simpatizzare per il popolo palestinese e, quindi, colpevole di essere un covo di terroristi pronti a tutto. Una delle fondatrici: Neta Golan, israeliana, difende il loro operato sostenendo che “l’organizzazione appoggia la strada della resistenza popolare e nonviolenta. Lavoriamo con chiunque voglia organizzare resistenza nonviolenta, e non abbiamo una posizione sulla politica interna palestinese.”
 Le parole dello storico inglese hanno, ovviamente, indignato coloro i quali lavorano per l'organizzazione; le voci di disgusto sono state unanime. Attraverso questo blog vi aggiungo la mia.
 Non contento, Alderman, ha dipinto Arrigoni come un piccolo Hitler; uno che odiava talmente tanto gli ebrei che li avrebbe fatti sterminare.
 E' vero, molte sono state le accuse (giustificate) mosse dal ISM contro le politiche di Israele; come ad esempio la condanna contro l'operazione Piombo Fuso durante la quale Israele bombardò Gaza con armi al fosforo bianco, vietate dalle leggi internazionali. La stessa cosa fece Amnesty.
 Criticare apertamente le politiche guerrafondaie e disumane (come faceva Arrigoni e la sua organizzazione) può essere strumentalizzato per dare adito a tesi assurde? Così pare.
  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Al tuo sdegno aggiungo il mio. Mi piacerebbe che raccontassero almeno un solo episodio provato in cui Arrigoni ha agito da terrorista. Nel mio piccolo non me ne risultano; nel loro grande, vasto sapere, non sembra invece risultare chiaro il senso del termine "terrorista".

Fabio Manenti

cecilia ha detto...

Il senso del termine gli è chiaro nel momento in cui può essere utilizzato per mistificare la realtà; una guerra è stata portata avanti in questo modo.