Dagospia vuole querelare Repubblica per l'articolo, apparso ieri sul giornale, di Calo Bonini.
Il giornalista spiegava i rapporti, ben poco chiari (per altri versi: charissimi), tra il fondatore del sito, Roberto D'Agostino, e Bisignani; da giorni sulle principali pagine dei giornali per l'indagine su una presunta P4 del quale, lui, ne è il direttore artistico. Bonini scrive:
Nel circuito asfittico e autoreferenziale dei palazzi della politica, dell’informazione, dei colossi a partecipazione pubblica (Eni, Ferrovie), degli apparati, la micidiale arma di cui Bisignani dispone, perché capace di ammansire le sue vittime e orientare la “grande stampa”, è Dagospia. Racconta ai pm Bisignani: «Sono molto amico di Roberto D’Agostino (il fondatore del sito ndr.), che ha sposato Anna Federici, figlia di un amico di Andreotti. Credo di avere un certo ascendente su D’Agostino con cui avevamo in comune l’amicizia con il presidente Cossiga. E sicuramente sono stato io a suggerire all’Eni di fare pubblicità su Dagospia (100 mila euro l’anno)». “Dago” è il suo giocattolo (capita che le ambientali lo intercettino mentre istruisce il ministro Prestigiacomo a connettersi on line) e, non a caso, è scelto per veicolare il “meglio” che la sua rete raccatta. Il fango sul vicepresidente del Csm Vietti, un paio di affondi sulla Elisa Grande (la dirigente che, abbiamo visto, non si mette sull’attenti con la Santanché), il tormentone sulla relazione tra Italo Bocchino e il ministro Carfagna («Vi dico — racconta ai pm un divertito Bisignani — che la fonte principale del gossip è la moglie di Bocchino») , perché il deputato di Fli sia costretto a chiedergli una tregua. In una telefonata («Senti, l’amico Roberto si sta proprio a comporta’ da merda». «Ma cosa da pazzi, vabbé, cerco di…», risponde peloso il faccendiere).
La P4, ci mancava; collezioniamo album di figurine di personaggi che si aggirano, indisturbati, tra complesse logiche di potere che, sempre di più, assomigliano a una qualche serie di fiction pronta per essere mandata in onda su Rai Uno. Licio Gelli fa il nonno; la sua figurina si può scambiare; è, quasi sempre, doppia.
Bisignani, non è più introvabile; ma per ora vale oro.
Bisignani, non è più introvabile; ma per ora vale oro.
Il sito Dagospia.com è un quotidiano online che ha proposto un modo di fare giornalismo che, diversamente da molti altri quotidiani nati con la rete, vuole mescolare il gossip all'informazione, la comunicazione alla satira, il serio allo sfottò. Il primo obiettivo di D'Agostino sembrava quello di ribellarsi ai poteri forti, servendosi della rete. Su un blog è apparso come Dagospia poteva essere visto come lo Striscia la notizia del web. E, fin qui, nulla di sconveniente; basta sostituire il Gabibbo.
Oggi, la situazione è ben più complessa, si allontana da me l'idea di analizzarla: troppi sono i fattori in gioco, non ne sarei in grado.
L'indagine, condotta dai pm Fanesco Curcio e Henry Jhon Woodcock, ha portato all'arresto di Bisignani; già conosciuto per altri scandali.
Ognuno di noi si faccia la sua opinione. Dagospia ha molto successo; può essere considerato uno di quei siti che, nati sul web, possono scalzare il primato dei tg generalisti.
Stiamo a vedere se il popolo di Internet ne decreterà il fallimento.
Stiamo a vedere se il popolo di Internet ne decreterà il fallimento.
Nessun commento:
Posta un commento