New York, 1917

mercoledì 8 giugno 2011

E meno male che Sarkozy ha organizzato il "G8 di Internet"

In Francia è ora vietato pronunciare le parole "Facebook" o "Twitter" nei tg delle trasmissioni televisive.
Il Consiglio superiore dell’audiovideo (Csa) francese ha vietato alle radiotelevisioni d’Oltralpe di rinviare i propri spettatori su Facebook o su Twitter. La decisione dello scorso 27 maggio ha suscitato un vespaio di polemiche e sia la blogosfera che gli operatori dei media si sono scatenati contro la “censura” dell’organo amministrativo.Alla base di questa decisione c'è una legge del 1992, che introduce un concetto simile a quello italiano della "pubblicità occulta". I nomi delle due piattaforme sono dunque banditi, perché considerati come pubblicità occulta.
 Secondo il governo francese, infatti, citare i siocial network in radio o in tv, potrebbe essere un reato, a meno che non se ne parli durante un servizio incentrato su questo argomento. Il divieto è esteso anche ai messaggi in sovraimpressione: sarà reato anche invitare gli spettatori a iscriversi alla pagina Facebook del programma.
 Scrittori e giornalisti hanno parlato di “ipocrisia” del governo, che di recente ha ricevuto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg all’Eliseo, e di “eccesso di regolamentazione”. L’obiettivo del provvedimento e’ infatti la pubblicita’ occulta, da cui “il divieto ai media di invitare l’audience a visitare le pagine di quelle due reti”. “Un ‘no’ per impedire la lesione dei diritti degli altri social network; però, se un giornalista pubblica la fonte dalla quale ha preso l' informazione, se anche questa fosse una pagina di Facebook, non dovrebbe essere un reato.
Pubblicità occulta? E' vero, i social network sono aziende commerciali; ma non solo. Tutelare le reti sociali pù piccole (questo è l'obbiettivo della norma) è doveroso, ma questo provvedimento sembra voler mettere dei limiti alla libertà d'informazione sul web.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Parlando in stile "chiaccherata al bar" ci sarebbe anche da dire che sui social network si continua a fare pubblicità (occulta) a tutti gli altri media. Quindi anche solo per una questione di reciprocità la censura è assurda.

Riflettendoci un po' su però bisogna ammettere che ora come ora i social network sono arrivati ad una condizione tale che permetterebbe loro di andare avanti senza alcun aiuto da parte degli altri media (considerando quanto se ne è parlato e se ne parla nel quotidiano). Insomma,sia un bene o sia un male, i social non li ferma più nessuno, tanto meno una censura ai tg francesi imposta da una prima donna.

cecilia ha detto...

Faccialibro ha più di una faccia. Può essere usato in mille modi: pubblicare cazzate, mettersi d'accordo senza spendere un solo centesimo (non considerando la connessione a internet), sentire gli amici quasi come se fossi con loro in un serata mancata; ma anche: pubblicare e condividere un modo di essere e di pensare. Tutto questo fa dei social network un'arma potente, che non deve (e non può) essere considerata alla stregua di una banca dati di profili personali dei quali servirsi esclusivamente per indirizzare la pubblicità. Se anche questo fosse lo scopo: lasciamo che il buon senso degli utenti agisca.